12 – I! LOVE! YOU! IZMIR!

22 Mag

Bene, ripartendo da dove eravamo rimasti ci siamo sparati un giorno di bici finito con qualche ora di autobus serale, verso una cittadina in direzione di Bergama dove passiamo la notte a casa di una famiglia all’apparenza integralista o nazionalista, insomma molto conservatrice, non capiamo molto ma non piace l’ambiente. La figlia poi vuole fare lo sbirro, ma non è questo se non l’atmosfera di gente lavoratrice che tira avanti con i valori pesanti valori oppressivi inculcati in testa, che crea un senso di disagio. Ripartiamo la mattina dopo verso Bergama, ma prima si rompe il copertone e un biciclettaro turco lo ripara alla vecchia. Bergama città stupenda, prima conoscenza un tranquillo quasi anziano con mille intramacci per la testa e cose per le mani che ci dà qualche consiglio parlando in inglese. Mettiamo la tenda nel giardino di una specie di albergo, con la colazione inclusa. Ci consigliano trucchi per l’acropoli, quindi il giorno dopo scrocchiamo un’entrata all’acropolis, paghiamo con la fatica che facciamo per salire sotto il sole. Dall’alto si vede lontano sul fondo la città. La sera a spasso per il quartiere vecchio e i suoi vicoli fra gatti che raschiano nell’immondizia, i richiami delle moschee coronati dal rumore poco mistico dell’attivazione dei microfoni, il selciato delle strade e la poca luce giallastra dei pochi lampioni. Un piccolo fiumiciattolo attraversa la città tra qualche albero e le case di pietra come il ponte. Davanti alla moschea dal muro caduto Alice disegna e dei ragazzi che escono al finire della preghiera vengono e parliamo di calcio. Fumo finalmente tabacco turco.

Ripartiamo già il giorno dopo e sembra di volare. Verso Lesbo l’isola greca più vicina.

Dopo la tempesta, dopo aver osato, qualcosa ho trovato?

Arriviamo alla città del porto, ma niente traghetti per questi giorni, le relazioni tra i due paesi non sono delle migliori, come quasi sempre succede.

Con “stupefacente” filosofia cambiamo direzione e piano. Autobus e al diavolo. Andiamo direttamente al battello che parte domani per Kyos (isola greca) passando per Izmir. Il piano era superare Izmir e arrivare alla spiaggia del porto di non mi ricordo il nome. Arriviamo alle 10 a Izmir e non cì sono più autobus che partono, solo che arrivano.

Situazione, vediamo come fare. accamparci lì è un po’ dura. Un hotel economico. Molto economico. Un ragazzo ci offre aiuto, ma non ci può ospitare, ci chiede pure se abbiamo bisogno di soldi. Nel mentre telefonate che arrivano con albergatori che offrono stanze. I facchini della stazione scaricano gli ultimi pacchi e uno di loro, uno dei “boss” ci fa , se volete qualcosa di così economico meglio se venite a casa mia se vi fidate, ho tre figlie, tra poco finisco! Passate e se poi non volete, tranqui.  Andiamo. Ascolta vecchio rock (led zeppelin..) e oltre a scoprire una città fuori dagli schemi della Turchia tradizionalista religiosa e conservatrice scopriamo una famiglia fantastica. Con la stessa sequenza climatica del nostro viaggio sono saltate fuori le tre figlie: la prima Goccia, poi Pioggia e ultima Sole. La tavola si riempie di roba buona! birra e reky. Suonando la chitarra e facendo un po’ di chiasso tra i disegni di Alice ci troviamo bene con loro. “I love you” ci si sente ripetere col cuore. Più tardi quando l’alcool è a sufficienza esce pure qualche frase come “i **** the musl…”, parliamo di politica e come da comunista che era a criticato lo stalinismo ecc. Alla fine sotto pressione delle figlie il padre va a dormire e raggiungo Alice che già dormiva. Il giorno dopo colazionona, con me e il vecio con la sbronza ancora un po’ addosso. Passiamo buoni momenti. Lascio la chitarra nelle mani di Ganesh (sole), che veramente è un sole, d’altronde ne farà più buon uso lei già che fino a quel momento era stata usata quasi più come arma contro gli attacchi dei cani randagi che come strumento musicale. Con la speranza di ritornare un giorno, ripartiamo verso un porto che ci possa portare verso ovest sull’isola greca.

La grande famiglia

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